0004StephenKing

Roberto Casati

 

E-book

 

 

Stephen King vende per due dollari e mezzo Riding the Bullet. Potete comprarlo (solo sul web), scaricarlo sul computer o sull'e-book, e spedirne una versione a un'amica per e-mail. Avvinta dalle prime righe, costei non esiterà a cliccare sul pulsante che le permetterà di avere la versione completa, pagando a sua volta due dollari e mezzo. Scena assai seducente, sullo sfondo della quale il libro cartaceo intona il canto del cigno.

In realtà molte altre istituzioni accompagnano il canto: agenti letterari, editori e anche l'autore che vive di royalties.

Le obiezioni (noiose) di solito sollevate contro la possibilità di trasferire all'e-book la produzione a stampa riguardano il fatto che si può strappare una pagina del libro di carta e spedirla a un amico, che se il libro cade non si guasta, che non si scarica a metà del capitolo tre, eccetera. Questi dettagli sono fumo negli occhi rispetto a problemi ben più seri cui non mi sembra si presti sufficiente attenzione. Per esempio, io troverei molto maleducato un amico che mi spedisse per e-mail il primo capitolo di un testo di King o di chiunque altro con annesso pulsante di acquisto. L'idea di un libro che non posso prestare (o rivendere) dopo che l'ho letto mi rende leggermente antipatico l'autore. L'idea che l'autore si difenda con una chiave software (prodotta da SoftLock.com, compagnia che cerca di rilanciarsi con l'operazione King) mi fa pensare che lui mi vede come un potenziale pirata - non esattamente l'immagine di lettore che pensavo avesse in mente quando scriveva il suo testo. La discussione sul futuro dell'e-book è incredibilmente tutta centrata sul modo di proteggere l'autore (e il suo editore) dalle violazioni del copyright, quando bisogna pensare a una ridefinizione dei legami sociali creati dalla vendita di contenuti culturali.

Si pensi dunque, a titolo di esperimento mentale, al fatto seguente. Milioni di persone ogni anno pubblicano libri a proprie spese (ingrassando una categoria speciale di editori a pagamento). Milioni di persone desiderano semplicemente pubblicare i propri prodotti culturali. Oggi possono farlo sul web gratuitamente; centinaia di milioni di altre persone possono leggere questi libri gratuitamente, senza pagare due dollari e mezzo. Certo, Stephen King è Stephen King, e un autore dilettante è un autore dilettante. Ma i grandi numeri sono i grandi numeri. La scelta tra due dollari e mezzo per l'arcinoto Stephen King e zero dollari per un autore alle prime armi (magari segnalato da qualche aficionado, magari in una nicchia di mercato piccola ma accessibile grazie a una pagina di segnalazioni) ripetuta milioni di volte in un giorno diventa semplicemente la scelta tra due dollari e mezzo e zero dollari. Gratis è gratis, in particolare se quello che ricevo sono immagini su uno schermo e non un volume con un peso.

La predizione che si può fare sembra fin troppo semplice. Il mercato dei prodotti culturali tende certo a squilibrarsi in direzione dei contenuti elettronici. Ma nel mondo elettronico il contenuto gratuito non ha concorrenti. Quindi i contenuti diventano gratuiti o scompaiono. Quindi scompare il contenuto a pagamento. Con lui si inabissano l'editore, l'agente e l'autore che vive di royalties. Del resto, la figura dell'autore che vive dei suoi diritti è cosa recente e non abbiamo motivo di pensare che sia un'istituzione sempiterna. Vedo solo soluzioni grottesche: impedire la pubblicazione di contenuto gratuito comprando tutti i provider; imporre monopolisticamente cento libri all'acquisto di un computer come oggi si impone un certo software.

Torniamo al libro. Il mercato potrebbe stabilizzarsi verso un prodotto duale. Gli autori metteranno a disposizione gratuitamente sul web la versione integrale dei loro testi. Leggerete il libro online? Forse sì, forse no. Ma il libro è pur sempre un oggetto che si regala volentieri. Cliccando su un pulsante, e pagando due dollari e mezzo a uno stampatore-distributore on demand, farete avere alla vostra amica un gradito tomo cartaceo.